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L'arpeggio del frastuono, come l'ossimoro del titolo suggerisce, propone distese incerte e impetuose fatte di pensieri, sogni, emozioni. È in parte un seguito di Sogna, raccolta forse meno fitta, che non presenta momenti narrativi, ma che tuttavia già segnalava la necessità di scrutare oltre le categorie, oltre i pensieri preimbustati, tra ritmi e suoni che - pur così familiari - si rivelano vieppiù oscuri e irriconoscibili. Nasconde anche credo, questa nuova raccolta, una lontana paura, per non dire una fobia, di perdere all'improvviso ciò che a gran fatica si è riuscito a conquistare. Forse la nostra capacità di far fronte al destino? Forse la nostra stessa esistenza? Non possiamo dare un titolo a un sogno o al nostro stato d'animo, ma Raffaella Cantillo prova a dare un titolo al suo pensiero poetante.